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Bari, sì alle tettoie sui terrazzi ma devono restare aperte ai lati

2022-11-25 13:08

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Bari, sì alle tettoie sui terrazzi ma devono restare aperte ai lati

Una professionista vince la vertenza con l'Urbanistica al Consiglio di Stato: non c'è creazione di volumetrie ma solo ad alcune condizioni

Bari, sì alle tettoie sui terrazzi ma devono restare aperte ai lati

Una professionista vince la vertenza con l'Urbanistica al Consiglio di Stato: non c'è creazione di volumetrie ma solo ad alcune condizioni



L’orientamento dell’amministrazione comunale è chiaro. All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha di fatto dato il via libera ad una copertura in legno, costruita sul terrazzo da una professionista, la linea della ripartizione Urbanistica è semplice: il Comune dà il via libera soltanto alla costruzione di tettoie purché però non siano chiuse lateralmente anche con tende scorrevoli e quindi non costituiscono un volume tecnico ulteriore.



A chiedere l’intervento dei giudici amministrativi, nel 2009, era stata una professionista che in un quartiere centrale della città, sul terrazzo del proprio appartamento, aveva realizzato una tettoia. Una copertura in legno per la quale aveva chiesto una normale autorizzazione alla ripartizione Urbanistica. Che però non solo aveva negato il permesso, sostenendo che la realizzazione della tettoia non era contemplata dalla precedente autorizzazione edilizia, ma aveva anche negato la sanatoria, imponendo invece l’abbattimento. La risposta dei giudici del Tar è destinata a fare scuola su un tema molto caro ai cittadini che per creare zone d’ombra sui propri terrazzi o attici realizzano gazebo in legno, spesso chiusi da entrambi i lati.




Secondo il Tribunale amministrativo di Bari, la decisione del Comune di imporre la rimozione della tettoia non era legittima perché, hanno spiegato i giudici, la struttura, realizzata «in legno lamellare rimovibile e senza chiusure verticali», non aveva creato un volume tecnico aggiuntivo e quindi non aveva determinato alcun abuso. Per i giudici, al massimo, quindi, la ripartizione Urbanistica avrebbe potuto disporre una sanzione pecuniaria, ma non la demolizione. Contro questa sentenza il Comune aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato, ricorso che alla fine è stato ritirato. L’amministrazione cittadina ha infatti accettato il contenuto della sentenza, archiviando il procedimento, aperto sul caso della professionista. I giudici del Consiglio di Stato hanno preso atto della decisione del Comune, ma in un passaggio della sentenza si sono pronunciati sul caso, dando ragione ai giudici del Tar perché, spiegano i giudici romani, «le caratteristiche non contestate della struttura escludono che il peraltro limitato ampliamento ne abbia modificato la natura pertinenziale e tale da non comportare incremento di volume». Ed è proprio questa prescrizione che il Comune applica nelle pratiche dei cittadini che chiedono di poter installare tettoie o coperture su attici, balconi o terrazzi. Queste strutture vengono autorizzate purché però non siano delimitate anche lateralmente. I cittadini che chiedono il permesso devono dimostrare di non voler realizzare un volume tecnico aggiuntivo come può diventare uno spazio chiuso da coperture in legno laterali e verticali o da tende in plastica scorrevoli. I gazebo che nella maggior parte dei casi diventano verande non saranno autorizzati dalla ripartizione Urbanistica.